L’archivio privato Lazagna

Attraverso le carte è possibile ricostruire oltre un secolo della storia di una famiglia, nelle sue diverse ramificazioni, le cui vicende sono costantemente intrecciate con quelle della Storia propriamente detta, ed ottenere una visione originale delle vicende e degli ambienti culturali del XX secolo.

Tratto dalla Dichiarazione di interesse storico particolarmente importante, Decreto Direttore Regionale del 01/04/2014 “Archivio privato Lazagna”

La ricerca, la stesura del testo e la selezione delle immagini sono state effettuate da Miriana Isola durante il tirocinio curricolare svolto presso la Soprintendenza archivistica e bibliografica della Liguria nel 2024, nell’ambito della convenzione con l’Università degli Studi di Genova. Revisione a cura di Eleonora Baddour.

Si ringrazia il dott. Pietro Lazagna per la disponibilità e per i suggerimenti.

L’archivio privato Lazagna è costituito dall’insieme delle carte e dalle fotografie prodotte e raccolte dalla famiglia di Umberto Lazagna, di sua moglie Charlotte Cattaui De Menasce e dei loro quattro figli (Gianbattista-Jannot-Giannotto, Maria Pia Francesca, Anna Gemma e Pietro-Pier Maria).

A queste carte si aggiungono documenti provenienti da persone o famiglie che in diversi momenti si sono aggiunti al fondo esistente: l’archivio di Umberto Lazagna, parte di quello della famiglia dei suoi zii Conz – Lazagna, quello di sua moglie Charlotte Cattaui, una parte di quello del fratello di lei, Jean Marie Cattaui – contenente anche una piccola porzione dell’archivio del filosofo francese e suo amico Jaques Maritain – e infine parte di quello dei figli Pietro e Giambattista.

Le carte dell’archivio di famiglia ci permettono non solo di ricostruire l’albero genealogico ma anche le vicende che si sono intrecciate con le due Guerre Mondiali e con la Resistenza italiana, indicando come momento aggregatore l’unione delle famiglie attraverso il matrimonio di Umberto Lazagna e Charlotte Cattaui – De Menasce, avvenuto nel 1923.

Storia e vicende famigliari nelle carte d’archivio

Charlotte (1902 – 1988) era una dei tre figli della famiglia Cattaui (scritto anche Quatawi o Kattawi) – De Menasce, importante e antica famiglia di ebrei sefarditi stabilitasi in Egitto dopo la cacciata dalla Spagna alla fine del XV secolo.

Archivio privato Lazagna. Charlotte ‘Lotty’ Cattaui- De Menasce a Parigi, 1920 ca.

Il rapido processo di modernizzazione dell’Egitto nel XIX secolo, unito alla politica di libertà di culto e alla crescente burocratizzazione dello Stato, venne a creare una società multireligiosa e multiculturale che necessitava di nuove figure professionali. I Cattaui e i De Menasce seppero cogliere al volo l’occasione, affermandosi in breve tempo come eminenti e facoltosi esponenti della società egiziana, accedendo ad alte cariche politiche e ottenendo titoli nobiliari. La cultura europea diffusa nell’ambiente socio-culturale egiziano a cavallo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo affascinerà i Cattaui – De Menasce tanto da portarli a Parigi, dove Charlotte frequentò l’università.

La famiglia era strettamente laica e i figli non erano stati cresciuti secondo le tradizioni ebraiche. Nonostante i divieti famigliari, la governante inglese aveva loro impartito in segreto alcuni insegnamenti riguardanti la religione anglicana. Parigi fu un luogo di svolta religiosa per i tre figli Charlotte, Jean Marie e Josette e i loro cugini, che qui si avvicinarono al cattolicesimo. La città esercitò inoltre sui Cattaui – De Menasce una forte influenza grazie al fervore culturale che la caratterizzava, permettendo loro di creare sodalizi con importanti intellettuali cattolici dell’epoca come i coniugi Maritain, l’abbé Charles Journet e i coniugi Fumet.

Archivio privato Lazagna. Charlotte con alcuni suoi amici e compagni di università, Parco del Luxembourg, Parigi, 1920 ca.

Testimonianza del periodo sono le frequenti lettere di Charlotte sia con la sua famiglia che con gli amici; menzione degna di nota è la continua corrispondenza col fratello Jean Marie, convertitosi al cristianesimo nel 1926 e poi entrato nell’ordine domenicano, che manterrà rapporti stretti sia con la sorella che con il di lei marito, Umberto; alla morte di Jean Marie, il suo archivio, comprendente una piccola porzione dell’archivio di Jaques Maritain, passerà in custodia alla sorella.

Archivio privato Lazagna. Jean Marie Cattaui De Menasce, fratello di Charlotte

Charlotte si fece battezzare nel 1921 con la volontà di prendere i voti, cosa che non riuscì a fare per ragioni di salute. In occasione di una visita a Genova alla madre, conobbe l’avvocato Umberto Lazagna, che sposò nel 1923, trasferendosi definitivamente nel capoluogo ligure.

Lazagna o Lasagna è il nome di un’antica famiglia della nobiltà genovese presente a Genova dalla fine del XII secolo. Molti suoi esponenti nel corso dei secoli ricoprirono ruoli di rilievo nelle vicende economico-politiche della Repubblica, come la partecipazione del capitano Gian Giorgio Lazagna alla battaglia di Lepanto (1571), o la nomina a Senatore della Repubblica di Genova di 13 membri della famiglia tra il XVI ed il XVII secolo.

Nel 1826 la famiglia Lazagna si unì alla famiglia Canevari, un’altra antica famiglia nobiliare genovese, in seguito al matrimonio tra Gio Batta Lazagna e Francisca Rosa Canevari. In seguito si stabilì anche una parentela con la famiglia Conz, quando Luisa, sorella maggiore di Umberto, sposò Ugo Conz. Dalla loro unione nacque Angelo Ugo Conz, che fu ammiraglio, senatore e Presidente del Consiglio Superiore della Marina.

Foto (in alto) di Luisa Lazagna e cartolina con foto della famiglia Lazagna – Canevari – Conz (in basso) inviata dalle sorelle al fratello Arnaldo imbarcatosi per l’Argentina, 15 luglio 1900

Umberto Lazagna (1866 – 1977), discendente della famiglia Lazagna – Canevari, ultimogenito di nove figli, rimase presto orfano e fu allevato dalle sorelle maggiori, Luisa e Francesca ‘Fanny’. Come il padre, anche Umberto intraprese la professione di avvocato ma, parallelamente, ebbe anche una brillante carriera militare a raggiungere il grado di Capitano e ad essere insignito della medaglia d’argento al Valore Militare durante la Prima Guerra Mondiale.

Archivio privato Lazagna. Libretto ferroviario di Umberto Lazagna (qui scritto Lasagna), Savona, 9 luglio 1942
Archivio privato Lazagna. Pagine del taccuino di guerra di Umberto Lazagna, 1916
Archivio privato Lazagna. Pagine del taccuino di guerra di Umberto Lazagna, 1916
Archivio privato Lazagna. Atto del Ministero della Guerra di conferimento della Medaglia d’argento al valore militare a Umberto Lazagna, Roma, 10 settembre 1917

In seguito al matrimonio già menzionato con Charlotte Cattaui – De Menasce, tra il 1923 ed il 1936 nacquero i quattro figli della coppia. Negli stessi anni Umberto fu mandato alla scuola di guerra. Periodicamente richiamato, nel 1938 venne mobilitato come Tenente Colonnello presso il XV Reggimento autieri a Savona. Umberto Lazagna avrà in seguito un ruolo di primissimo piano nella lotta per la Liberazione tra il 1943 e il 1945.

In questo periodo la famiglia prese posizione a livello politico, non conformandosi alla generale accettazione del regime fascista, esprimendo il proprio dissenso e raccogliendo attorno a sé personalità che si opponevano al regime. L’antifascismo dei Lazagna fu una scelta consapevole e coraggiosa, anche quando ciò comportò pericoli e vessazioni, come le ricadute negative professionali su Umberto per il rifiuto di iscriversi al Partito Nazionale Fascista.

Le frequenti lettere di Charlotte Cattaui con amici e parenti mostrano le preoccupazioni per la piega degli eventi in Europa. Nel 1939 suo fratello Jean Marie, nonostante fosse un sacerdote della Chiesta cattolica, fu colpito dalle leggi razziali in quanto di origine ebraica. Identificato, si trasferì negli Stati Uniti per sfuggire alle persecuzioni. Charlotte, a differenza del fratello, non fu colpita da provvedimenti razziali grazie all’errore di trascrizione del cognome (Cattani invece di Cattaui), all’appartenenza ad una famiglia di religione cattolica e alla mancanza di legami con la famiglia d’origine.  

Gli anni Trenta videro l’inizio della vicenda politica e militare di Giambattista Lazagna, figlio primogenito di Umberto e Charlotte: nel 1938 si iscrisse all’Ecole Massena di Nizza in Francia e con l’inizio della Guerra, temendo il rimpatrio e l’arruolamento per combattere per il regime fascista, decise, mentendo sulla propria età, di arruolarsi nella Legione Straniera.

Archivio privato Lazagna. Giambattista (Giannotto) Lazagna arruolato nella Legione Straniera, 1940

Ammalatosi di tubercolosi poco tempo dopo, fu costretto a fermarsi per le cure e la convalescenza e la famiglia cercò in ogni modo di recarsi in Francia per stargli vicino. Purtroppo non abbiamo notizie dell’esperienza di Giambattista nella Legione Straniera, ma soltanto la corrispondenza con i famigliari durante la malattia. Rientrato in Italia aderì al movimento di Liberazione con il nome di battaglia Carlo, si iscrisse al PCI clandestino nel 1942 e salì in montagna. Gravemente ferito in battaglia e curato con mezzi di fortuna, raggiunse il grado di Vicecomandante della divisione di Pinan-Cichero. Sarà lui a controfirmare l’atto di resa della guarnigione tedesca di Tortona il 25 aprile del 1945.

Nel frattempo Umberto, ora ufficiale al Comando di Savona come Tenente Colonnello, dopo gli eventi dell’occupazione nazista e la creazione della Repubblica di Salò, fu tra i primi organizzatori della Resistenza in Liguria. Con il nome di battaglia Canevari, egli coordinò le azioni sul territorio, i collegamenti, e, grazie alla conoscenza dell’inglese, anche i rapporti con gli Alleati. Proprio trattando con le forze alleate, fu tra i dirigenti partigiani che elaborarono il piano di insurrezione di Genova.

Anche le donne e i bambini della famiglia vennero coinvolti in maniera drammatica nelle vicende resistenziali: Charlotte fu arrestata dalla polizia fascista che irruppe nella sua casa in cerca di Umberto e Giambattista e trascorse così alcuni mesi nel carcere di Marassi separata dai figli, uno dei quali, Pietro, era ancora bambino.

Archivio privato Lazagna. Biglietto di Pietro Lazagna alla madre Charlotte detenuta nel carcere di Marassi, giugno 1944

Ancora più drammatica fu la vicenda di Francesca Lazagna: mentre si stava spostando a piedi le venne dato un passaggio da un gruppo di alpini e, conversando con i militari durante il viaggio, cercò di ‘convertirli’ alla causa partigiana ma fu da questi consegnata al Comando di Torriglia.

Archivio privato Lazagna. Francesca Lazagna al momento della cattura, Genova 1944

Qui venne perquisito lo zaino che portava con sé e, quando fu trovato un cappotto militare, con ben visibili i gradi sulle maniche, che avrebbe dovuto consegnare al padre e gli accertamenti misero in luce la sua identità, fu trattenuta in stato di arresto e consegnata alle SS genovesi che la detennero nella Casa dello Studente. La possibilità di poterla usare come oggetto di scambio in trattative con i partigiani la salvò dalla deportazione. Di questo periodo abbiamo testimonianza attraverso il suo diario e le lettere con i famigliari e alcuni partigiani nel tentativo di salvarla.

Anche Pietro Lazagna, bambino di nemmeno 10 anni al momento dei fatti, ebbe un ruolo da protagonista insieme alla madre nel salvataggio del partigiano Baira (Enrico Chiarcossi) e della famiglia che li ospitava a Frassi di Ottone. Quando, nell’epifania del 1944, una pattuglia tedesca irruppe nella casa di campagna dove il giovane partigiano, malato, era ospitato insieme a Pietro e sua madre, Baira fu aiutato da Charlotte a scappare dalla finestra, ma nella sua fuga precipitosa dimenticò nella stanza la colt 45, il tabacco e la giacca. Pietro richiamò l’attenzione della madre, che prese la pistola, e con la tabacchiera e le cartine in mano, avvolse sul braccio il cinturone e si mise sulle spalle il giubbone mimetico rovesciato che ricoprì con lo scialletto, tornando quindi ad accompagnare i militi nella perquisizione.

Di tutte le vicende della famiglia del periodo della Resistenza abbiamo una consistente documentazione, anche durante i momenti di sfollamento, arresti e separazioni tra il 1944 ed il 1945. Si tratta di circa 50 tra lettere e biglietti, unico modo per la famiglia di rimanere in contatto nonostante le vicissitudini, che delineano chiaramente il periodo della guerra e della liberazione dalla prospettiva di chi le ha vissute in prima linea.

Nel Dopoguerra le carte, pur senza mai abbandonare la dimensione familiare che le caratterizzano, documentano l’intensa attività politica e diplomatica portata avanti da Umberto Lazagna, che nel 1947 lasciò la Democrazia Cristiana per passare al Fronte Popolare, e dal figlio Giambattista, che iniziò a collaborare con L’Unità e Il Partigiano e scrisse il libro di memorie partigiane Ponte rotto, pubblicato nel 1946. Fu attivo nel Partito Comunista Italiano e si adoperò a favore di iniziative a memoria della Resistenza; negli anni Settanta fu coinvolto in inchieste sulle Brigate Rosse, ma risultò la sua estraneità.

L’archivio

Il progetto di riordino dell’archivio è nato per impulso di Claudio Costantini, docente di Storia moderna all’Università di Genova fino alla fine degli anni ’90, ed è frutto del lavoro di ricerca svolto da Pietro Lazagna durato oltre 15 anni, che ha consentito di raccogliere documenti provenienti da archivi pubblici e privati in diverse città d’Europa e nel mondo. L’intervento di riordino e inventariazione è stato effettuato nel 2013 dott.ssa Chiara Dogliotti.

Nel 2014 con provvedimento del Direttore Regionale del 1° aprile 2014 l’archivio privato Lazagna è stato dichiarato d’interesse storico particolarmente importante e sottoposto alla disciplina prevista dal Codice dei beni culturali.

Il fondo, che è sempre stato curato da Charlotte Cattaui e, dopo la sua morte, dal figlio Pietro Lazagna, comprende circa 2500 unità di cui circa 1900 carte e più di 600 fotografie, dal 1826 al 1989.

Nel corso del riordino è stata operata una suddivisione tra sezione cartacea e sezione fotografica. Per quanto riguarda la prima, in mancanza di riferimenti certi alla struttura originaria dell’archivio, si è scelto di articolare il materiale in 5 serie corrispondenti ai 5 soggetti produttori dei documenti:

  1. Famiglie Conz e Lazagna
  2. Charlotte
  3. Famiglia Lazagna – Cattaui-De Menasce
  4. Pietro
  5. Jean De Menasce

Al loro interno le serie sono suddivise in titoli corrispondenti alle diverse tipologie documentarie nel fondo, seguendo un criterio cronologico: Corrispondenza, Scritti, Stampa, Documenti militari e partigiani, Scritti diversi.

Archivio privato Lazagna. “Avamposti alpini. Gennaio 1917

L’archivio fotografico è strettamente legato a quello documentario, tanto da poter trovare corrispondenze esatte tra uno e l’altro. Come per l’archivio cartaceo, anche le fotografie sono state state ricondotte ai rispettivi soggetti produttori e articolate secondo un ordine cronologico e tematico (Egitto, Resistenza, Prima Guerra Mondiale, ecc.), ad eccezione dei ritratti, spesso privi di contestualizzazione.

È conservato anche un album che ha una particolare valenza affettiva per la famiglia: si tratta di una raccolta creata da Umberto Lazagna come dono per la moglie Charlotte Cattaui con fotografie che documentano la sua vita fino al loro incontro e che è stata successivamente arricchita con scatti della loro vita insieme.


Bibliografia:

  • Carte di famiglia. Storie e immagini dell’Archivio Lazagna, a cura di Pietro Lazagna, Chiara Dogliotti, Alberto Rizzerio, Edizioni Associazione 900 files, Genova 2022. Disponibile online sul sito della Fondazione Canevari.

Per chi volesse approfondire gli argomenti trattati in questo percorso, si segnala che sul sito dell’Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea “Raimondo Ricci” è consultabile il numero della Rivista Storia e Memoria dedicato alla Famiglia Lazagna e al suo archivio (anno XXV, n. 2/2015)

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