PREVENZIONE E GESTIONE DELLE EMERGENZE

L’art. 1 del Codice dei beni culturali e del paesaggio attribuisce alla Repubblica il compito di tutelare e valorizzare il patrimonio culturale, in attuazione dell’art. 9 della Costituzione, in coerenza con le attribuzioni di cui all’art. 117 della stessa e secondo le disposizioni del predetto Codice.
Pertanto, tutte le diverse realtà costituenti lo Stato sono chiamate a dare il proprio contributo alla realizzazione di tale compito e, in particolare, a garantire la conservazione dei propri beni.

In caso di calamità naturali, quindi, enti e privati che siano proprietari, possessori o detentori di archivi, biblioteche e/o materiale archivistico-bibliografico appartenenti al patrimonio culturale sono tenuti a comunicare alla Soprintendenza archivistica e bibliografica della Liguria i danni eventualmente subìti, al fine di consentire a quest’ultima l’adozione delle misure necessarie per il salvataggio ed il recupero del materiale.
È preferibile che tale comunicazione avvenga in via autonoma (senza attendere, dunque, la richiesta di comunicazione da parte della stessa) anche in caso di assenza di danni.

Prevenzione

Per fronteggiare in modo efficace qualunque situazione emergenziale è fondamentale l’attività di prevenzione.

Il primo aspetto della prevenzione, e un fattore fondamentale di mitigazione del rischio in relazione alle emergenze che possono verificarsi, è l’adeguatezza della sede di conservazione dei beni.

A questo scopo la Soprintendenza archivistica e bibliografica del Piemonte e della Valle d’Aosta ha prodotto un documento per informare gli enti e i privati proprietari, possessori, detentori di beni archivistici circa i requisiti strutturali che le sedi di conservazione devono possedere. Queste linee guida, valide per gli archivi ma anche per le raccolte librarie, sono raccomandate al fine di facilitare sia la progettazione degli edifici di nuova costruzione sia l’individuazione dei lavori da porre in essere per l’adeguamento strutturale e funzionale degli edifici già esistenti.

Scarica il documento sui requisiti strutturali delle sedi archivistiche (PDF)

Sono altrettanto opportune, in un programma di prevenzione, l’analisi dei locali che custodiscono la documentazione e dei rischi collegati, e la conseguente elaborazione di un Piano di emergenza, che prefiguri i comportamenti da tenere nel caso in cui l’emergenza dovesse effettivamente verificarsi.

Il primo passaggio in tal senso è la predisposizione, da parte del responsabile dell’archivio, di un inventario topografico che riporti le collocazioni di tutte le serie documentarie dell’ente.
È opportuno che questo venga abbinato ad un altro documento, comprensivo di piante, in cui, in linea con il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), vengono analizzate le criticità dei locali e riportate le caratteristiche degli impianti ivi presenti.

L’inventario topografico e le descrizioni dei locali sono alla base dell’attività di prevenzione e della redazione del Piano di emergenza.

Pronto intervento

Si riportano di seguito alcune buone pratiche da seguire in occasione di inondazioni ed eventi sismici.

Sia in caso di allagamento che di rischio terremoto, nel caso in cui si debbano abbandonare i locali o per inagibilità degli stessi ed il timore di crolli:

• disarmare gli impianti antincendio a gas;
• chiudere l’impianto dell’acqua onde evitare possibili rotture di tubi, con il conseguente allagamento dei locali e relativi danni per la documentazione;
• disattivare l’impianto elettrico, compreso il sistema antintrusione se l’edificio è collocato in zone in cui è interdetto l’accesso al pubblico e che sono presidiate dalle forze dell’ordine o dalla Protezione civile (per esempio le “zone rosse” di città e paesi terremotati).

Nel caso di inondazioni o di allagamenti, la documentazione va estratta immediatamente dai locali interessati e trasportata in ambienti asciutti. Dopodiché vanno seguite due strade:

  • solo per il materiale a stampa in carta non patinata, umido o quasi asciutto: interfoliare i documenti con carta assorbente bianca (circa un foglio ogni 20 pagine) ed asciugarli all’aria senza appenderli o impilarli. Si tratta di una procedura dal costo modesto e attuabile da tutti gli operatori.
  • tutti gli altri documenti: congelare i documenti dopo averli impacchettati uno per uno e affidarli a una ditta specializzata che provvederà ad estrarne l’umidità tramite liofilizzatori, ottenendo così pezzi perfettamente asciutti dai quali le tracce di fango possono poi essere eliminate con la semplice spazzolatura.

La tempestività di queste operazioni è fondamentale per impedire danni irreparabili alla struttura del supporto cartaceo, che sarebbero ancora più gravi qualora l’acqua trasportasse con sé fango o agenti inquinanti. Per un recupero definitivo il materiale va comunque affidato a laboratori specializzati nella disinfezione (necessaria per prevenire l’insorgere di muffe) e nel restauro.

In caso di terremoto, nel caso in cui il locale nel quale è conservata la documentazione sia crollato o sia stato gravemente danneggiato e quest’ultima sia sepolta dalle macerie, si raccomanda di proteggere il meglio possibile il materiale superstite dalle intemperie e soprattutto dalla pioggia, coprendo le macerie con teli di plastica o mezzi simili.
La documentazione d’archivio coperta da polvere, calcinacci, mattoni può essere, infatti, nella maggior parte dei casi, recuperata e riordinata, mentre tale intervento è molto più difficile quando le carte abbiano assorbito polvere e detriti trasformati in fanghiglia.